La chiamerò Anna. Anna è il simbolo del riscatto dalla violenza maschile. Per tutte quelle donne che subiscono botte, insulti, maltrattamenti in casa… Anna ce l’ha fatta… con 4 figli è scappata. Ci ha messo 11 anni. Oggi vorrebbe dire a tutte le donne che bisogna fuggire prima, al primo ceffone. Si può uscire dalla violenza, dal dolore, dall’inferno.

Anna veniva picchiata, umiliata, insultata davanti ai figli anche solo se un genitore maschio le rivolgeva il saluto per strada. Anche solo se, disgraziatamente, in televisione si vedeva un bell’attore. Tutto il genere maschile era un suo potenziale amante, anche quello virtuale. Il suo corpo ha portato per anni segni devastanti delle torture: mozziconi di sigaretta spenti su di lei, chiusa per 12 ore in una doccia, portata lungo un fiume per affogarcela dentro, nuda. Quanto può sopportare un essere umano? I figli le davano la forza di sopravvivere, il suo desiderio di essere mamma, di amarli, non l’ha fatta arrendere. Quando si è trovata davanti la scelta tra morire o vivere, Anna è scappata. E’ corsa dai carabinieri. Non era la prima volta che ci provava, ma in precedenza le era stato detto che non c’erano prove: i lividi erano troppo vecchi: “Torni a casa, signora. Se succede qualcosa ci chiama”, le dissero. “Dovevo aspettare di morire?”, mi chiede abbassando gli occhi. Ma l’ultima volta non andò così.

Capito il pericolo, viene trasferita con i figli presso una casa famiglia protetta, poi attraverso i servizi sociali approda ad Sos Villaggi dei bambini, dove affronta un percorso di recupero, con i sostegni psicologici adeguati per tutta la famiglia. Anna oggi si sente libera.

“Gli unici momenti di serenità che vivevo con i miei figli erano quando mio marito non c’era. Ci mettevamo sul divano e stavamo bene. Quando lui tornava e mi picchiava per un nonnulla, i bambini si nascondevano in camera per non vedere, per non ascoltare. Uno diventava pallido pallido, un altro si ammutoliva dietro ad un videogiochi. La piccolina si metteva sotto alle coperte. La grande, quando ha provato a difendermi, è stata picchiata anche lei”. Si ferma Anna, con quel suo italiano pulito imparato negli anni, corretto minuziosamente dai figli. All’inizio, arrivata in Italia dalla Serbia, non conosceva neppure una parola, solo “Ciao”. A casa aveva lasciato il primo marito. Lì era rimasta la sua famiglia di origine, gli amici. A chi rivolgersi? Troppa vergogna dire che non aveva funzionato neppure questa relazione, in una famiglia serena dove l’unione era tutto, il centro della vita. Si ferma e sorride. Nei suoi occhi c’è vita. Voglia di andare avanti, di crescere i figli, di vivere nella serenità.

Lui ha avuto un tumore al cervello, è agli arresti domiciliari. Deve scontare una pena di 6 anni, più altri 2 per evasione. I figli non chiedono mai del padre. Se vedono un’auto come quella che aveva quando erano piccoli, si girano dall’altra parte.  

(Fino al 3 marzo è possibile sostenere Sos Villaggi dei bambini, che aiuta queste donne ed i loro figli a riappropriarsi della loro vita, con un sms solidale al 45590).

Scritto da:

Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.