“Mio padre era tra quelli che mi dicevano: da sola non ce la puoi fare. Io sono andata un po’ contro tutto e tutti, mi sono messa alla prova e penso di avercela fatta”.

Questa e’ Giusy che si racconta, quasi due anni fa, al nostro primo incontro, in un parco pubblico di Milano. Non mi parlo’ subito dell’incidente, che le ha cambiato la vita, ma delle scelte fatte prima di perdere le gambe.

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Oggi, a pochi giorni dalla comunicazione ufficiale che non la vedra’ protagonista alle Paralimpiadi, ma solo riserva, mi piace ricordare quell’incontro, che mi ha fatto apprezzare Giusy e ha fatto nascere un’amicizia tra di noi.

Calabrese (orgogliosa) di origine, si e’ trasferita a Milano per lavoro, ma non nell’azienda di famiglia.

“Ho voluto dimostrare che potevo farcela da sola. Sono andata a lavorare presso altre aziende e mi sono fatta strada, dimostrando comunque cosa potevo fare”.

Sempre in viaggio, Giusy perde le gambe durante una trasferta di lavoro, in un incidente d’auto, nel 2005.

“Da li’ tutto e’ cambiato, e’ cambiata la mia vita, e’ cambiato il mio modo di vedere le cose, cambiata la scala dei valori. Ho capito, comunque, che gli affetti sono la cosa piu’ importante. Io, che ero completamente dedita al lavoro, nell’ospedale non ho trovato l’amministratore delegato, ma la famiglia e gli amici”.

Giusy non era ancora la campionessa di oggi (malgrado avesse gia’ conquistato il titolo regionale), ma il suo carattere era quello che l’ha poi portata ad affrontare tutto con grinta e determinazione: forte, pulita, coraggiosa, testarda.

 

“Ho provato. Sono andata in un campo di atletica, c’era mio fratello quel giorno con me, perche’ mio fratello e’ importantissimo… mi ha tenuta per mano… mi ha lasciato la mano: e’ nata una passione”.

Mentre scrivo, Giusy detiene il record italiano sui 200 metri (31”21) e, malgrado due stop forzati per motivi di salute, continua a migliorare i suoi tempi, allenandosi con impegno e passione. Ha una famiglia splendida, che la sostiene e la ama.

Mi piace ricordare quanto questa ragazza tosta, ma dalla grazia innata, mi abbia colpita per forza e coraggio. E mi piace farlo, perche’ so che la scelta di non portarla alle Paralimpiadi come titolare, non la demotivera’. Come mi ha detto anni fa, ‘deve avere un senso quello che e’ successo’. E sono certa che Giusy sara’ capace di trasformare una delusione nell’ennesimo punto di forza.

P.S.: Pubblico uno stralcio del comunicato diffuso dopo le convocazioni ufficiali, per far capire meglio come stiano le cose. Anche se rimango convinta che Giusy sia ‘oltre’ tutto cio’:

“Non è bastato migliorare di oltre un secondo e mezzo il suo record italiano sui 200 metri (31”21) – valevole anche come minimo B – e il 15”50 sui 100 metri (minimo A) per entrare nella squadra paralimpica di atletica leggera, varata questa mattina a Spilimbergo (Pn) dal Consiglio Federale della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) che prenderà parte ai Giochi di Londra dal 29 agosto al 9 settembre”.

Scritto da:

Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.