Trentacinque case abusive, cortili, scalinate che scendono fino al mare. Sono qui da oltre 30 anni. Un’intera via, vicino al Parco Archeologico di Capo Colonna, Crotone. E in area marina protetta ‘Capo Rizzuto’. Sotto queste case, chissa’, potrebbero emergere, con gli scavi, altri reperti.
Una vicenda giudiziaria che dura da piu’ di 13 anni. Reato: lottizzazione abusiva. Le case sono state confiscate, ma non c’e’ un ordine di abbattimento. E sono ancora abitate.
Chi ci vive, rivendica il proprio diritto a mantenere la casa, costruita mattone dopo mattone, oltre 30 anni fa. O, al massimo, ad essere indennizzati con fior di quattrini.
Questa, un tempo, è stata l’area sacra della piu’ grande colonia della Magna Grecia. Oggi, è un sito archeologico in potenziale espansione. Eppure, gli abusivi giurerebbero che, sotto alle proprie abitazioni, non c’è un bel niente.
Di più: se tutta Crotone è abusiva, perchè venire proprio a rompere le uova nel paniere a loro? In fondo, questa è la prima casa per molti… amen, se si dovesse trovare un reperto sotto alla cucina piastrellata.
In realtà, qui, non sono tutte prime abitazioni. E non sono tutti poveracci. E l’amministrazione lo sa bene. Si temporeggia, in attesa di trovare una soluzione. Ma quale?
Intanto, niente luce, niente allacci, cani da guardia che ringhiano. Però, le porte sono sempre aperte. Se i bagni pubblici non funzionano, i visitatori del Parco Archeologico possono sempre contare su quello privato degli abusivi. Se sono gentili, ti offrono pure un caffè.
E’ sconcertante ascoltare le loro ragioni. Dopo un po’, ti convincono quasi, con il loro linguaggio semplice e i modi decisi. In fondo, è la casa dove hanno fatto crescere i loro figli. Quella in cui stanno invecchiando. Però, sapevano che fosse abusiva, anche nei casi in cui l’hanno ereditata. E, dal terrazzo di uno di loro, la vista degli scavi in espansione, bloccati proprio lì al confine e dell’area marina protetta sembra davvero un privilegio, che l’archeologia e la nostra storia sta pagando a duro prezzo.