“Immaginate mamma e figlio naufraghi, in un mare turbolento e sconfinato, che con fatica lottano per restare a galla, per restare vivi.
Diluvia ed è buio.
Cielo e mare si confondono, neri come la pece, gelidi e bagnati.
Poi, all’improvviso, la luce potentissima di un faro illumina i naufraghi e tantissime mani si tendono, afferrano, tirano fuori dall’acqua, avvolgono quei corpi irrigiditi dal freddo in coperte calde. Stringono, abbracciano, riscaldano.
Ecco. Questo è ciò che sto vivendo.
E in questo momento sono totalmente sfinita.
Ho fatto una fatica immane a scrivere anche questo post.
Perdonate il mio silenzio ma non riesco a mettere nemmeno in ordine i pensieri, sono totalmente immersa in un turbinio di emozioni sconosciute.
Profondamente sconosciute”.
Mamma Sara ha scritto queste parole nella penombra della sua casa popolare romana al settimo piano. Un piano troppo alto per trasportare Simone in ospedale, suo figlio 24enne gravemente disabile.
Il raggio di sole è già arrivato. Sara e Simone traslocheranno grazie a tutti voi.
È arrivata così tanta luce che mamma Sara è confusa. Non era abituata a ricevere tanta solidarietà. L’amore aveva bussato alla sua porta già diverse volte: il marito perduto, Simone. Ma a questa ondata no, non era pronta. Ed è perplessa. Possibile che siate stati così in tanti a sostenerla, ad accudirla, a riscaldarla? Ad amarla.
Più che possibile. È reale. La gente per bene esiste. E siete voi, che avete donato con il cuore quanto potevate.
Grazie.
Da parte di mamma Sara e Simone, da Elena Improta, presidente di “Oltre lo sguardo Onlus”, che ha messo a disposizione il conto corrente e che segue Sara Bonanno e Simone Madussi costantemente e con amore.
Infine, grazie da me.