Dovete andarci. Non solo perche’ e’ un esempio unico nella storia dell’arte italiana, con il ciclo pittorico di 94 scene dell’Antico e del Nuovo Testamento dell’era romanico bizantina. Ma anche perche’ il parroco di Sant’Angelo in Formis, Don Francesco Duonnolo, e’ una forza della natura.
Combatte con il suo sorriso aperto e lo sguardo deciso. Combatte per la sua Basilica malandata, per le sue liturgie monche di un ambiente spettacolare, per tutti i matrimoni dei suoi conterranei, che non puo’ celebrare.
A Don Francesco, le impalcature non fanno paura.
La Basilica, gia’ nel mondo romano era destinata al culto, quando era Santuario dedicato a Diana Tifatina, legato al mito di fondazione di Capua, all’eroe troiano Capys e alla cerva che lo aveva allattato, lì onorata come ancella della dea.

E luogo di culto deve restare. Per questo Don Francesco e Italia Nostra sono preoccupati dallo stato di dissesto della Basilica, che oramai da oltre 4 anni, e’ oggetto di restauro urgente e studi da parte della Sovrintendenza di Caserta. A spaventarli sono i tempi.

Ad essere spaventata, anche, e’ la Sovrintendenza, quando viene contattata per i dovuti chiarimenti: “Sono in corso delle indagini, sapremo come poter intervenire solo tra qualche mese”.
Il tempo passa e il dissesto non migliora.
“Quattro anni sono un tempo sufficiente per capire cosa abbia questa basilica”, afferma Maria Rosaria Iacono di Italia Nostra. “Ci preoccupano i tempi di risoluzione del problema”, rincalza Don Francesco.
Interventi urgenti di restauro, per dissesti del passato, sono gia’ in atto. Per questi, non hanno aspettato i finanziamenti. “La parete destra della navata centrale e’ puntellata per prevenire ulteriori danni alle murature e agli affreschi”, dichiara la Sovrintendenza.
Ma non chiarisce inizialmente quanto tempo ci vorra’ per seguire le indagini preliminari da parte di tre rinomati studiosi italiani (per capire resistenza e stabilita’ delle murature, delle fondazioni, e la composizione del sottosuolo), per fare la gara d’appalto e per iniziare i lavori con i finanziamenti stanziati.

Al telefono sono tre mesi. Via e mail diventano ‘alcuni mesi’. Quando incontriamo il direttore dei lavori, ci dira’ che prima di un anno e mezzo qui non cambiera’ nulla. “Ma non si preoccupi, e’ tutto sotto controllo. Questi lavori non possono aver peggiorato la situazione”.
Non e’ dello stesso avviso un esperto esterno, consultato per questo servizio di denuncia, l’Ingegner Angelo Spizuoco. E’ duro, sostiene che i lavori sono stati realizzati male, che aver puntellato solo le arcate centrali e non quelle laterali ha provocato uno squilibrio nell’assetto della basilica e che non comprende le scelte fatte. “Perche’ li’ hanno puntellato e non lo hanno fatto dall’altra parte, dove a occhio nudo si nota il dissesto?”.
Anche il Professor Franco Ortolani, ordinario di geologia all’Universita’ Federico II di Napoli, non nasconde dure critiche: “Il terreno non presenta alcun dissesto, lo si puo’ notare da quel muro antico, e’ ancora eretto e non presenta alcun problema. Semmai, bisognerebbe chiedersi come e perche’ questa basilica e’ in buone condizioni, malgrado i secoli e i terremoti”. Sono tante le risposte da dare. Saranno lunghi i tempi di attesa. Troppo lunghi per un capolavoro conosciuto e ammirato in tutto il mondo.

P.S.: Sant’Angelo in Formis, vicino a Capua. A pochi metri, un bar aspetta da anni il permesso della Sovrintendenza per poter cambiare un tetto e mettere in sicurezza il piccolo locale, che viene costantemente derubato.

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Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.