Un terremoto che ricorda quello di centinaia di anni fa. Ferrarese 1570, nove mesi di scosse continuative. Non c’era giornata, in cui la popolazione non sentisse e vivesse il terremoto. Scosse che rallentarono, ma che andarono avanti per quattro anni. Solo a partire dal 1574 il ritmo ando’ calando, fino ad interrompersi nel 1576.

Nella Sala  sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, la situazione viene costantemente monitorata e aggiornata. Una scossa ci raggiunge proprio mentre siamo li’. Il sismografo, da piatto e costante che era, si impenna come un encefalogramma impazzito: “Ci troviamo di fronte ad un evento, che ripetera’ probabilmente quello che e’ successo in passato – afferma Stefano Gresta, presidente dell’Ingv – la magnitudo in quella zona e’ arrivata intorno ai 6 gradi, quindi non dovremmo aspettarci terremoti piu’ forti in futuro”.
Magra consolazione, visto che le vittime e i danni gia’ ci sono stati, verrebbe da rispondere. E poi, le repliche ci saranno, questa e’ una certezza, ma non si sa quando e quanto saranno intense.
Solo dal 20 maggio ad oggi, sono state circa un migliaio le scosse di terremoto in Emilia. La maggior parte a partire dalla mezzanotte e di magnitudo compresa tra 2 e 3. Immagino gli abitanti terrorizzati aspettare con gli occhi spalancati la terra che trema e che si inghiotte le loro vite.
Sono stati i cosiddetti vulcani di sabbia a provocare il cedimento di molte case. Nel sottosuolo la sabbia si liquefa, sotto la spinta di una forte pressione, ci spiegano. Non si formano sempre, ma solo in condizioni particolari: quando nel sottosuolo si trovano strati di sabbia e argilla, come e’ successo nella Pianura Padana. Un fenomeno che ha coinvolto ferrarese e modenese e che rappresenta un pericolo per le case. Ma questi vulcani non sono una novita’. Le vicende di L’Aquila 2009, Sicilia, Calabria, Puglia (Gargano 1627) insegnano.
Aspettiamo che le scosse si portino via l’Italia prima di capire e decidere quali debbano essere le precauzioni necessarie per affrontare circostanze a rischio o ci limitiamo a dare notizie dopo le catastrofi?

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Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.