“Non ce la faccio”.
Un grido di battaglia, più che una resa, quello di Mia Ceran, che lascia anzitempo (e temporaneamente) la conduzione di un programma televisivo per la difficoltà di conciliare professione e vita familiare con un figlio in arrivo.
Ad aprirle la strada era stata, qualche tempo fa, Jacinda Ardern, premier neozelandese molto amata: aveva finito la benzina nel serbatoio. Un modo garbato di parlare di burnout. Gentile come lei.
Ebbene sì, ci si può fermare nella vita, quando le condizioni economiche ce lo permettono, certo. Ma si può comunque scalare marcia, rallentare, concedersi anche solo un periodo – scelto con consapevolezza – con il freno a mano tirato per dedicarci ad altro o semplicemente riprendere fiato.
Forse, gradualmente, vicino a parole in voga come performance, multitasking o ad immagini che ci mostrano donne di potere o in vista al lavoro a poche ore dal parto (in perfetta forma peraltro) possiamo iniziare ad includere anche altro: la normalità, il considerare la complessità delle nostre esigenze, il ponderare le nostre energie e darci delle priorità.
C’è un grande inganno che questa società sta perpetrando: indurci a credere che avere ritmi più umani sia da perdenti, che non cercare a tutti i costi visibilità, potere, fama e denaro sia fallimentare.
Sarebbe poi bello che a rallentare la forsennata rincorsa fossero, ogni tanto, anche gli uomini. Non è necessario dire “non ce la faccio” per fermarsi, prendere una pausa o fare spazio ad altro. Basta semplicemente farlo e dare l’esempio che si può. E poi, magari, concedersi di aggiungere: “Non ce la faccio a non rispettarmi e a vivere in un modo che in questo momento non mi rende felice”. Scelgo me.

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Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.