In questo periodo non posso mangiare moltissimi alimenti, tra cui il grano e molto altro. Le uniche farine permesse sono quella di kamut, riso, avena, miglio. Non potendo neppure mangiare latte, uova, zucchero e tutta la frutta tranne mirtilli ed albicocche, ho ideato questa crostata, che mi ha davvero soddisfatto il desiderio di dolce.
300 gr di farina di kamut
100 gr di farina di avena integrale
120 gr di zucchero (io l’ho sostituito con sciroppo di riso)
100 ml di acqua tiepida
100 ml di olio di semi (ho usato olio di riso)
5 gr di lievito per dolci (non l’ho usato)
scorza di limone biologico grattugiata
Ingredienti per la crema vegana:
2 cucchiai di farina (io ho usato quella di riso)
80 gr di zucchero (ho usato lo sciroppo di riso)
2 bicchieri di latte vegetale (ho usato latte di soia con vaniglia)
1 pizzico di curcuma
un baccello di vaniglia o scorza di limone biologico a listarelle
Per la copertura:
frutta
2 cucchiai di confettura di albicocche
In un contenitore capiente setacciate farina e lievito, se lo usate. Disponete a fontana e mettete al centro tutti gli altri ingredienti. Incorporate la farina lentamente, fino ad ottenere un panetto omogeneo, che avvolgerete nella pellicola trasparente e metterete in frigo.
Fate scaldare il forno a 180 gradi con ventilazione.
Intanto, in un pentolino antiaderente preparate la crema pasticcera: mettete la farina, quello che avrete scelto come dolcificante, la curcuma (che serve per dare un bel colore), la scorza di limone e versate lentamente il latte vegetale, avendo cura di mescolare per evitare la formazione di grumi. Cuocete a fiamma bassa mescolando con la frusta finché non si sarà addensata (circa 3′ dal bollore).
Stendete la pasta frolla su un piano leggermente infarinato e foderate una teglia (diametro 28 – 30 cm) con della carta da forno. Bucherellate l’impasto con una forchetta.
Cuocete nel forno già riscaldato a 180° per circa 20 – 25′. Lasciate raffreddare e versate la crema nella base. Decorate con la frutta che avrete scelto. Per evitare che la frutta annerisca, spennellatela di confettura di albicocca (io non l’ho fatto perché i mirtilli non correvano questo rischio).