Giorni, settimane, mesi di isolamento. Paura, distacchi dolorosi senza potersi dire addio, città deserte e silenziose. Un vuoto che ha lasciato spazio a molto altro, per chi lo ha potuto, voluto e saputo cogliere. Per qualcuno sono state settimane di lavoro intensissimo e rischi. Per molti altri, di isolamento forzato a casa e riscoperta di altri ritmi. Più umani, più attenti alle proprie esigenze, più dediti all’ascolto. Nel tempo trascorso tra le mura domestiche, c’è chi ha riscoperto la bellezza di immergersi nella lettura in silenzio, chi ha praticato attività fisica, chi ha conosciuto nuove forme di aggregazione virtuali. Genitori alle prese con la didattica online, trasformati in infermieri, psicologi, tuttofare per i figli. Per tutti, o quasi, c’è stata la cucina. Più o meno sana, più o meno attenta, ma sempre presente. Ed è proprio il lungo periodo di “casalinghitudine” che impone una certa attenzione al cibo, al mangiar sano, in modo naturale, senza rinunciare ai sapori.
Vi lascio la mia ricetta del plumcake salato, nato per smaltire dei carciofi biologici buonissimi, ed anche un po’ con l’illusione di un pic nic in balcone (ma anche il soggiorno va benissimo) o un momento di leggerezza in redazione (sua destinazione finale).
Vi servirà:
Carciofi, 180 grammi di farina (io ho usato 150 grammi di farina di farro e 30 grammi di maizena per renderlo più soffice), 3 uova, 1 dl di latte vegetale (io l’ho usato di soia), 1 dl di olio evo, 100 grammi di pecorino grattugiato, mezzo limone biologico, lievito (io ho usato il cremor tartaro, che si trova al bio) sale, semi di papavero.
Ho fatto cuocere per mezz’ora circa i carciofi in tegame con un po’ di zenzero a cubetti rosolato nell’olio, dopo averli puliti (levando le foglie esterne più spesse e il cuore barbuto all’interno) e messi a bagno in acqua acidulata al limone. La quantità dipende dal vostro gusto. Io ne ho usati 8 piccoli ed erano ben equilibrati.
In un contenitore sbattete con la frusta le uova, il latte vegetale, l’olio. Aggiungete la farina, il lievito (o cremor tartaro, più sano), il pecorino grattugiato, la scorzetta della buccia di limone rigorosamente biologico, il sale. Mescolate velocemente, aggiungendo alla fine i carciofi tagliati in piccoli pezzi. Riempite a tre quarti uno stampo da plumcake, cospargete la superficie di semi di papavero, infornate a 180 gradi per venti minuti.
Questa è la prova che quando c’è “passione e rigore”, come spesso mi diceva il Maestro Gualtiero Marchesi e soprattutto essere innamorati in quello che si fa …. i risultati sono eccezionali!
Quando, anche solo guardando una fotografia ( e qui manca quella dove si può ammirare anche la lievitazione e la lavorazione) ndr.
ti viene voglia di assaggiare e degustare….
la ricetta è BEN RIUSCITA!
In questa c’è anche lo studio, della chimica e fisica, che trasforma i singoli ingredienti nell’eccellenza per il palato e in profumi per l’olfatto!
Insomma ogni ricetta deve dare EMOZIONI senza trascurare il pensiero filologico!
Bacio accademico
Non potevo ricevere complimento migliore! Da uno chef, poi! Grazie, Luigi!