Cucinare è come meditare. Concentrarsi sulla preparazione aiuta a liberare la mente dai pensieri. In quei momenti di vuoto mentale la creatività può essere benefica per l’intero spirito. Addirittura ci sono donne, nella storia del Buddhismo antico, che si sono illuminate in cucina (ma questo è un altro discorso, sul quale tornerò spero presto). Inoltre impastare è un vero e proprio anti-stress, compiere i gesti in modo consapevole può trasformare la preparazione di un dolce in un momento di calma profonda (a questo proposito consiglio il libro di Francesca Rosso, “Mindful cooking, cucinare in consapevolezza per dare più gusto alla propria vita”). Insomma, tutto può essere terreno per praticare la consapevolezza: dalla scelta degli ingredienti alla decorazione attenta di una crostata.
Come ormai sapete, amo sperimentare ricette vegane a prova di intolleranti, uso ingredienti biologici, cerco il più possibile di rispettare gli animali ed il pianeta, ma anche il corpo. Mente e corpo sono un binomio inscindibile: se sta bene uno ne beneficia anche l’altro e viceversa.
Ho cambiato la ricetta per la frolla questa volta, perché avevo una margarina vegetale bio da provare ed uno zucchero integrale di cocco usato nella pasticceria crudista. Il risultato è stato eccellente, molto più friabile, i granelli di zucchero scrocchiavano sotto alla lingua. Ecco cosa ho usato per la pasta frolla:
- 300 grammi di farina di Kamut (per chi ha problemi di glutine, scegliere farine prive di glutine)
- 150 grammi di margarina vegetale
- 100 grammi di zucchero di cocco integrale (ho preso quello di Grezzo. Per chi non può mangiare zucchero, si può dolcificare con succo di agave o sciroppo di riso)
- latte di soia freddo
- sale
- vanillina
Ho mescolato lo zucchero con la farina, ho aggiunto la margarina a pezzi e ho impastato con le mani, aggiungendo un pizzico di sale e la vanillina (la scorzetta di limone l’ho riservata alla crema pasticciera per fare un bel contrasto con la frutta). Ho aggiunto un po’ di latte freddo di soia per rendere l’impasto morbido. Una volta liscio e malleabile, formate una palla da tenere in frigo per mezz’ora avvolta nella pellicola.
Nel frattempo preparate la crema vegana, ormai super collaudata, secondo questa ricetta. Unica variazione fatta, ho usato solo maizena e scorzetta di lime (invece che di limone) bio.
Dopo una mezz’ora stendete l’impasto nella teglia (sarebbe da quattro, ma anche quella da sei va bene, verrà solo un poco più bassa) ben oliata e infarinata. Ognuno ha il suo metodo per trasferire l’impasto. Io spiano con della farina per non farlo attaccare e dopo lo ricompongo dentro alla teglia, compresi i bordi, con le mani. Trenta minuti a 180 gradi (forno già caldo) dovrebbero bastare.