Irruzione di militari di regime nella conferenza stampa, fuggi fuggi generale con valigie provvisorie. Un tunnel buio, dove la fuga e’ ansia e terrore. Non sai verso cosa corri. Ma corri, perche’ quello che lasci non potra’ mai essere peggio di quello che troverai.

Dieci minuti da rifugiato. Per noi, giornalisti e persone dello spettacolo, oggi e’ stata solo una simulazione. Ma per chi e’ costretto ad oltrepassare la frontiera, e’ una realta’. Solo nel 2011 hanno abbandonato il proprio Paese 4,3 milioni di persone. Di questi, 800.000 hanno lasciato tutto. Status: rifugiato.

Persone che, nella loro fuga, lasciano famiglia, amici, casa, luoghi cari, abitudini. Le stesse, che spesso portano noi italiani a lamentarci della nostra vita: “Ah, che noia la routine… se potessi andare dall’altra parte del mondo!”…

Dieci minuti da rifugiato. Non bastano a capire quanto sia devastante l’orrore della violenza, delle minacce, dei ricatti, della mancanza di liberta’ di chi e’ costretto ad andarsene da un paese, che non conosce democrazia.

Eppure, a volte siamo capaci anche di lamentarci del lavoro che abbiamo (quando dovremmo sentirci fortunati ad averne uno), di vivere di abitudini, di ‘annoiarci’. Routine: quella che per molti e’ considerata una parolaccia, per altri e’ una conquista.

Il tempo di permanenza medio in un campo di rifugiati e’ di 12 anni. In questo periodo, nuove vite vengono al mondo, i bambini crescono, hanno bisogno di andare a scuola, di vivere una vita che si avvicini il piu’ possibile ad una ‘noiosa’ normalita’.

Secondo un sondaggio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, solo con la crisi gli italiani hanno iniziato ad apprezzare la loro quotidianita’. Solo poco tempo fa, 15 milioni di italiani avrebbero cambiato radicalmente la propria esistenza, fuggendo chissa’ dove. Oggi, torniamo coi piedi per terra: 8 persone su 10 si sentono soddisfatte di avere una vita cadenzata da abitudini e certezze. E il cosiddetto ‘posto fisso’ resta irrinunciabile per l’86% degli italiani.

Non solo. L’effetto crisi si fa sentire anche sotto il profilo della solidarieta’: 7 milioni di italiani sarebbero disposti ad aiutare gli altri. E allora, iniziamo con un sms al 45506, fino al 30 novembre: sosterremo la scolarizzazione di 175mila bambini in 12 paesi, tra cui la Siria.

Perche’ dieci minuti da rifugiato non sono una vita. Ma in dieci minuti si possono capire e cambiare tante cose. Tra cui, piu’ di una vita.

Scritto da:

Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.