“Ho subito tre aggressioni violente. Il 17 giugno sono finita al pronto soccorso perché il mio Lorenzo mi ha spinto e sono caduta di schiena sul tavolino del salotto. Ho rischiato di rompermi la colonna vertebrale. Le ferite ed i lividi con il tempo passano, ma il cuore di una mamma che riceve violenza dall’amore più grande della sua vita non si rimargina più”.

E’ una giornata afosa. Si fa fatica anche a respirare. Irrompono come uno squarcio su una tela, in questo clima torrido, le parole di mamma Anna, che vive a Scanzano Jonico (provincia di Matera) con il figlio Lorenzo di 13 anni, un ragazzo con autismo grave: “Le scrivo questa lettera perché ho bisogno del suo aiuto. Durante il periodo del Covid ho capito quello che mi aspetterà tra quattro anni, o forse anche prima, quando mio figlio non frequenterà  più la scuola. Io e la mia famiglia saremo costretti a trasferirci in un’altra Regione, perché  abbandonati  dalle istituzioni locali come tante famiglie che vivono in Basilicata. Qui non esiste un centro specializzato nell’autismo con rapporto uno ad uno ed uno a tre”.

Anna racconta che nella sua zona esiste solo una struttura per il cosiddetto “Dopo di noi”, cioè il momento in cui un figlio con disabilità si troverà senza i genitori: “Questa struttura è stata realizzata per quando noi genitori non ci saremo più. Il “Dopo di noi” a Policoro è stato inaugurato nel 2014 dal Presidente dell’Anffas nazionale e dall’allora Sindaco Rocco Luigi Leone – diventato attualmente assessore alla Salute e alle Politiche sociali della Regione Basilicata – ma purtroppo mai aperto”.

Per questa ragione mamma Anna, il 3 luglio, ha organizzato una manifestazione davanti a questa struttura. Prima, da sola. Con la forza che solo una mamma disperata può avere. Poi, insieme ad altre mamme: “Anche per denunciare lo stato di abbandono e degrado in cui versa la struttura – scrive – una vera vergogna”. Mamma Anna parla di diritti negati. Quello del figlio a vivere una vita dignitosa e serena nella sua terra, quello di una famiglia in difficoltà che non merita di restare sola: “Non voglio che mio figlio diventi un invisibile come lo sono diventati ragazzi che hanno compiuto 18 anni e vivono nella fascia Jonica. I nostri figli hanno il diritto di ricevere le cure che meritano. Perché quando questi ragazzi non fanno terapia regrediscono sviluppando comportamenti problematici o crisi violente”.

Famiglie lasciate sole a gestire problemi che diventano insormontabili. Carichi troppo pesanti da poter essere sorretti solo dal privato cittadino. Assenza di servizi, di prospettive, di serenità: “Noi mamme abbiamo il diritto di vivere, a volte mi sembra di vivere all’inferno, non credo di chiedere tanto”. No, Signora Anna. Lei non chiede tanto. Il paradosso è che deve strillare per poter reclamare il minimo dei suoi diritti.

 

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Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.