Ci hanno insegnato a nascondere la nostra bellezza interiore, i moti del nostro cuore, la luce che la gentilezza amorevole emana in noi stessi e negli altri.
La nostra cultura considera l’essere “belle persone” come qualcosa da nascondere, simbolo di debolezza, di fragilità, via certa verso l’infelicità. Mostri la tua bellezza interiore? Sei un perdente.

E se cambiassimo paradigma? Se iniziassimo a pensare che possiamo essere compassionevoli eppure forti… gentili, altresì risoluti… empatici e dediti all’ascolto, ma non per questo ingenui e prossimi alla debacle sociale e professionale?
La consuetudine di considerare l’autorevolezza individuale, nei rapporti sociali come nel lavoro, incarnata da modi dispotici e privi di tatto è un retaggio culturale che non appartiene più ai tempi moderni. E’ il riscatto sociale di chi deve dimostrare di essere qualcuno sentendosi intimamente nessuno, di chi sente di valere poco e ha bisogno di seppellire il prossimo per sapere di esistere ed attestare il proprio ruolo.
Un manager capace non deve essere necessariamente un tiranno, privo di garbo e di profondità, attento solo al risultato. Al contrario. Più si tratteranno i propri collaboratori come esseri umani, mantenendo una rigorosità, più tutti si sentiranno meglio e renderanno di più.
Per arrivare a mostrare il proprio cuore, senza per questo sentirsi esposti e vulnerabili, bisogna osservare i risultati che un atteggiamento differente produce sulla società. Allenarsi ad essere gentili e compassionevoli in ogni circostanza della vita. Imparare ad osservare le proprie emozioni e stati d’animo, familiarizzando con esse nella consapevolezza della loro temporaneità ed impermanenza.
Essendo indulgenti ed etici con noi stessi, lo saremo inevitabilmente anche con gli altri. Se Anna Frank – testimone del dramma della Shoah – aveva un’incrollabile fiducia nel bene, chi siamo noi per non averne?

Scritto da:

Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.