Non tutti sanno che le foglie del cavolo contengono più ferro della carne e più calcio del latte a parità di chilocalorie. Lo spiega in una mattinata uggiosa Andrea Pescino, un tempo ingegnere elettronico, oggi ideatore di quello che sarà il più grande orto collettivo d’Europa: 72mila metri quadrati davanti ai capannoni industriali di Genova, avuti in comodato d’uso da un privato e con una pendenza quasi del 50%. In pratica, una sfida alla forza di gravità.

Selezioni rigidissime per scegliere gli aspiranti agricoltori: 300 su 600 candidati, che da metà maggio hanno lavorato duramente per trasformare parte dei sette ettari di bosco ripidissimo, fitto e inselvatichito, in stato di abbandono da 55 anni, in un terreno ripulito e coltivato: cavoli, broccoli, fagioli, peperoni, erbe aromatiche, insalata…broccolo

I 300 appassionati hanno tagliato alberi, li hanno messi in posizione orizzontale con della terra in mezzo e hanno creato delle palificate per terrazzamenti, che storicamente in Liguria sono di pietra. Un’opera di ingegneria ambientale non redditizia e molto faticosa, che sarà studiata ed emulata in altre zone del mondo.

Passione per la terra, impegno e tanta buona volontà sono requisiti fondamentali per partecipare all’orto collettivo. Ma anche l’attitudine alla condivisione, perché questo spazio è di tutti e si coltiva insieme. Non ci sono limiti di tempo e di impegno: si lavora quando si può, in base alla propria disponibilità. Magari con una bimba di 15 mesi sulle spalle e la zappa in mano. La moneta non è quella tradizionale: qui vige lo scec, un sistema di baratto terzo. Un’ora di lavoro viene ripagata con 7 scec e mezzo, che potranno poi essere usati per acquistare gli ortaggi.

E guai a parlare di bio con Andrea! Lo considera una grossa fregatura. Qui le verdure sono naturali, cioè naturalmente prive di concimi di ogni genere, “perché la terra ha già tutto”: lei ci mette le sostanze nutritive per le piante e l’uomo collabora con volontà e lavoro.

A ‘sporcarsi le mani’ ci sono persone di ogni genere: dagli studenti ai professionisti, dalle mamme a tempo pieno ai disoccupati. Insieme, realizzano un sogno.

Scritto da:

Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.