“Cosa ti manca per la tua indipendenza? Cosa puoi dare tu in cambio di questa?”.
Parte da una domanda il progetto di Elena, 27enne sprint in carrozzina nata con una paralisi cerebrale. L’ho conosciuta per un servizio sulle Sartorie Leggere a Bologna (azienda che produce abbigliamento inclusivo). Social media manager grintosa, mi ha agganciato su Facebook qualche anno fa e non mi ha mai più mollato.
Bella, mora, molto attenta al look, parecchio sveglia, grafomane. Qualche tempo dopo esserci conosciute Elena mi scrive che ha un sogno: quello di andare a vivere “da sola”. Insomma, uscire da casa dei genitori, desiderio sacrosanto e sanissimo di ogni giovane. Elena tante cose in autonomia non può farle, quindi proprio sola sola non può stare. E qui arriva la domanda: “Cosa posso dare io in cambio della mia indipendenza?”. La risposta le arriva facilmente: un tetto sopra la testa. Elena diffonde un annuncio sui social: cerca una persona coetanea con cui condividere la casa. In cambio dell’alloggio, le serve aiuto la mattina per prepararsi, prima di andare a dormire e una presenza notturna per sentirsi sicura. Una sorta di baratto.
Tempo fa mi raccontò che una delle candidate era più grande di lei e mi disse: “Io non voglio una badante. Ma una coinquilina come qualunque ragazza della mia età”. Uno scambio alla pari che inizia in pieno lockdown. Mentre tutti pativamo la costrizione di essere reclusi, Elena trovava la sua libertà. Nessun appartamento per persone con disabilità, nessuna struttura specializzata. Le avevano dato 4 mesi prima di girare indietro le rotelle e tornare da mamma e papà.
E invece Elena e Margherita stanno ancora lì. Sono anche diventate amiche, hanno fatto una vacanza insieme e hanno una pagina Facebook, Indi Mates, che racconta la loro quotidianità. I biscotti fatti insieme, i momenti condivisi, le differenze di look tra le due. Margherita, 28enne acqua e sapone, sobria nello stile. Elena, truccata anche mentre dorme (si fa per dire), super fashion e attenta agli abbinamenti. Uno stile di vita che definiscono un mood. Un esempio per altri ragazzi disabili. “Un modo per fare attivismo ed uscire dalle quattro mura”, afferma Elena, che all’improvviso mi sembra una figlia dei fiori del 2000, una rivoluzionaria combattente che metterei al Governo.
“Decido io come una persona disabile può vivere in modo indipendente, non gli altri”, mi dice secca e decisa al telefono. “Si può essere padroni della propria vita. Crediamo che ci sia differenza tra autonomia e indipendenza. Io ho le ore giornaliere di assistenza perché ne ho bisogno – aggiunge – Non posso cucinare un piatto di pasta da sola, ma sono indipendente per decidere che tipo di pasta mangiare”.
Elena e Margherita ciao, è veramente bello leggere storie come la vostra, veramente. Vi stimo e vi ammiro e siete testimonianza di come basta veramente poco x creare una gran bella amicizia che va oltre tutto e tutti.
Se vi fa piacere ci teniamo volentieri in contatto.
Buona serata e mi raccomando
Salve Manuel. Elena e Margherita rispondono alla mail indimates@outlook.it
Ciao Elena, buonasera.
Grazie alla giornata di oggi per la disabilità, conosco la tua storia, la tua forza ed il tuo blog, che devo ancora visitare.
Mi preme scriverti, per invitarti ad un progetto, partito oltre un anno fa, edha visto la luce oggi, sulla piattaforma Rousseau, del Movimento 5 Stelle, “Accessibilità Universale”, partito grazie alla caparbietà di una ragazza, che come te, combatte la sua disabilità, lei è cieca dalla nascita, ma questo non le ha impedito di candidarsi alle Regionali della Puglia, Stefania Doronzo.
t’invio il link della registrazione, la visione della quale potrà essere maggiormente più esaustiva di quanto possa fare io:
http://www.facebook.com/events/385411452793727/
Salve Antonella. Può scrivere direttamente ad Elena e Margherita su indimates@outlook.it
…..cara Isabella recentemente parlavo con una persona, che aiuta la mia no profit ,dell’ esistenza o meno di un Dio. Ad un certo punto mi disse che io ero la conferma che Dio esiste in quanto si serviva delle persone come me per fare del bene davvero.Se ciò fosse, credo proprio che tu rappresenti un ” plotone ” per questa missione.Complimenti davvero.
Che belle parole; Albert. Grazie di cuore