Impossibile non innamorarsene. E’ una crostata fresca, delicata, adatta ad ogni menù e deliziosa. La versione senza derivati animali è adatta non solo a vegani e vegetariani, essendo priva di burro e latte, ma anche al dopo feste. 

Per la frolla serviranno:

360 grammi circa di farina (io ho utilizzato quella di kamut, ma andrà bene qualunque farina preferiate).

20 grammi di amido di mais

90 grammi di olio di semi di girasole

120 grammi di latte di soia

90 grammi di zucchero (che ho sostituito con un paio di cucchiai abbondanti di succo di agave)

1 pizzico di sale. 

Per la crema pasticcera vegana, vi rimando invece a questo post.

Per decorare vi serviranno:

2 kiwi

120 g di more

120 g di lamponi.

Procedimento per la frolla:

Unite in un contenitore farina, amido di mais, succo di agave o zucchero che sia (preferitelo di canna grezzo), vaniglia in polvere e sale. Date una prima mescolata. Aggiungete l’olio di semi di girasole e il latte di soia e impastate fino ad ottenere un panetto omogeneo non troppo morbido, che andrete ad avvolgere nella pellicola e disporre in frigorifero per 30 minuti. Dopo la mezz’ora di riposo stendete la frolla tra due fogli di carta da forno con un mattarello fino ad ottenere un disco del diametro sufficiente a foderare uno stampo per crostata. Ungete leggermente lo stampo spennellandolo con poco olio, poi trasferitevi il disco di frolla. Eliminate gli eccessi d’impasto dai bordi (operazione che potrete fare anche con il mattarello stesso), poi bucherellate il fondo con una forchetta, coprite con un foglio di carta da forno e uno strato di riso e infornate in forno statico a 180°C per una decina di minuti. Sfornate la frolla, rimuovete il riso, che getterete perché inutilizzabile, e la carta e rimettete in forno per altri 12 minuti fino a quando non risulterà dorata. Sfornate e lasciate raffreddare completamente.

Nel frattempo avrete anche preparato la crema pasticcera vegana secondo questa ricetta. Quando entrambe saranno fredde, farcite il guscio di frolla con uno strato uniforme di crema. Tagliate a fettine i kiwi, lavate i frutti di bosco e usate il tutto per decorare la superficie della torta. Qualora voleste usare delle mele, ricordatevi di spennellarle con un po’ di succo di limone per fare in modo che non si anneriscano.

Scritto da:

Isabella Schiavone

Giornalista professionista, scrittrice, istruttrice Mindfulness. Da luglio 2022 vice caporedattrice presso Rai Sport. Dal 2002 a giugno 2022 al Tg1, prima ad Uno Mattina, poi come inviata a Tv7 - Speciali, infine nella redazione Ambiente - Società - Sport come caposervizio.

Appassionata di inchieste sociali, ambientali e di storie di vita. Impegnata nel terzo settore.

Sono laureata in Sociologia a La Sapienza di Roma, specializzata in Giornalismo alla Luiss Guido Carli. Ho frequentato un corso di perfezionamento per inviati in aree di crisi della Fondazione Cutuli, che mi ha portato in Libano e in Kosovo embedded.

Ho iniziato a lavorare presto nelle radio e nelle tv locali, ho scritto per l'Ansaweb, per Redattore Sociale e per il Gruppo L'Espresso, mossa anche dalla passione per la multimedialità e l'online. Ho avuto il primo contratto in Rai al Giornale Radio, ho lavorato nella redazione Esteri del Tg2 e a Rai Educational, quando ero ancora universitaria.

Ho condotto la rubrica Tendenze del Tg1. 

Ho vinto il Premio Luchetta Hrovatin nel 2006, con un'inchiesta sulla droga a Scampia andata in onda a Tv7 - Speciali Tg1. Ho ricevuto nel 2016 il Premio Pentapolis - Giornalisti per la Sostenibilità, in collaborazione con Ispra, Ministero dell'Ambiente, Lumsa e FNSI. A maggio 2017 un mio servizio andato in onda al Tg1, sul riconoscimento delle unioni civili, è stato premiato da Diversity Media Awards, grazie al lavoro dell'Osservatorio di Pavia, come miglior servizio andato in onda sulla diversità. A settembre 2018 ho ricevuto il Premio Responsabilità Sociale Amato Lamberti nella categoria giornalismo. A maggio 2019 un mio servizio sull’autismo è stato candidato ai Diversity Media Awards. Da maggio 2022 sono Ambasciatrice Telefono Rosa per il mio impegno in difesa dei diritti delle donne e a sostegno dei minori. 

Amo e frequento l’Africa, dove ho realizzato due documentari autoprodotti, di cui uno girato con lo smartphone (quando ancora non aveva neanche lo zoom), andati in onda su Rai Uno.

A giugno 2017 è uscito il mio romanzo d'esordio, proposto al Premio Strega 2018, Lunavulcano (Lastaria Edizioni), i cui diritti d'autore sono devoluti in beneficenza in Africa. A settembre 2017 Lunavulcano ha vinto il Premio "Un libro per il cinema", dedicato alla memoria di Paolo Villaggio, organizzato dall'Isola del Cinema di Roma.

A settembre 2020 è uscito Fiori di Mango (Lastaria Edizioni), proposto al Premio Strega 2021.

Ho insegnato "Teoria e tecnica del giornalismo televisivo" all'Università di Tor Vergata e ho ricoperto il ruolo di docente, per i giornalisti, nel processo di digitalizzazione del Tg1.

Sono Istruttrice Mindfulness (o pratica dell'attenzione consapevole) e protocollo Mbsr (Mindfulness Based Stress Reduction) con diploma rilasciato da Sapienza Università di Roma e dal Center for Mindfulness della University of California of San Diego, nell'ambito del Master universitario di II livello "Mindfulness: pratica, clinica e neuroscienze" (110 e lode). Pratico meditazione Vipassana dal 2013 con Neva Papachristou e Corrado Pensa presso l'Ameco di Roma, con esperienze di intensivi e ritiri residenziali. Dal 2019 pratico anche il Tai Chi Chuan stile Yang.  Conduco gruppi di meditazione in presenza e online.